GINALUCA TRAMONTI

Qual è il tuo settore artistico? E scegli tre parole che descrivono il tuo lavoro. 

Il mio settore è l’arte visiva, spaziando da installazioni e oggetti al disegno e alla grafica.
Tre parole: testimonianza, presenza, traccia.

Quali sono le tematiche maggiormente affrontate nelle tue opere? E quali figure o movimenti artistico-culturali ispirano ciò che fai? 

Senz’altro la figura dell’uomo e il suo stare al mondo. Mi rifaccio a situazioni già presenti nella vita di tutti i giorni in cui l’uomo fa cose, svolge azioni, gesti che siano anche teppisti. L’azione dell’uomo e la traccia della sua azione nel mondo.
Mi ispiro a Thomas Hirschhorn, Theaster Gates – figure il cui lavoro sfocia in processi che danno vita a situazioni che vedono incluse comunità nel posto in cui sviluppano dei progetti o opere d’arte. Questa relazione con l’altro anche, mi interessa molto.

Con quali spazi del territorio fiorentino ti relazioni e qual è il rapporto che hai con altri artisti locali?

Mi sono relazionato con l’Accademia di Belle Arti, spazi no profit tipo BASE,  al cui interno sono attivi artisti e hanno un grosso programma di mostre, Galleria Frittelli.
Collaboro a Prato con artisti di arti visive, azioni artistiche e installazioni. Per fare dei nomi: Jacopo Buono.

Che strumenti o materiali utilizzi?

Principalmente carta: lavoro su un supporto e lo vedo realizzato in uno studio allestito in galleria. Ho fatto anche molti lavori che vedono la combinazione di carta e grafite. Per quanto riguarda il mondo multimediale lo sfrutto per documentare fatti, immagini, video che salvo e diventano parte di altri lavori. Mi cimento anche in fotografie e utilizzo molto Paint e Indesign.

Qual è il tuo rapporto con il mezzo e lo spazio digitale? In che modo le tue opere ne sono influenzate?

Per le mie produzioni uso lo spazio digitale collezionando frame di immagini e video che uso per i miei lavori che poi rielaboro in forma fisica e cartacea. Per quanto poi riguarda la diffusione uso Facebook e Instagram, ma questo lo uso come spazio dove pubblico foto di cose inerenti al mio lavoro, è una carrellata di immagini che condivido che parlano del mio approccio, estetica di ciò che realizzo.
Principalmente il mio lavoro si rifà alla matericità e al disegno, quindi l’avanzamento del digitale sì lo affianco, ma non mi ci butto dentro a pieno. Però è bene osservare anche quali altri metodi di lavoro può dare il digitale e saperlo sfruttare. In piccola parte credo che abbia influito. Senz’altro il social ha portato visibilità e ha allargato una rete di contatti, ma il tutto è dovuto di più ad una proprio interessamento ed effettiva crescita personale che va al di là dei social.

In che modo la dimensione fisica e digitale interagiscono nella tua produzione artistica?

C’è un rapporto e sono molto interessato alla loro relazione, pur essendo legato alla matericità. Materiali che sono presi direttamente dal digitale vedono questa fisicità attraverso la stampa di grandi formati a plotter, c’è questo rapporto, questo dualismo, che si esprime nella stampa. Credo che sia un bel campo da esplorare.